Sindrome del rischio motorio e cognitivo (MCR)
Di cosa parliamo?
Una volta le persone avrebbero detto semplicemente che, certe cose, il buon Medico con l'esperienza e l'occhio acuto acuto ed esperto, le vede da lontano.
Oggi però, ci sono dati veri, nuovi, interessanti, pubblicati di recente su una importante rivista scientifica Neurology (link in basso), che ci accendono una lampadina e stimolano una riflessione. Infatti in sostanza ci dicono che valutando la velocità del passo durante la camminata e ponendo semplici domande per verificare la memoria ( non tenendo conto ovviamente di situazioni in cui il passo è rallentato per patologie già in atto indipendentemente come artrosi, vertigini, ed altre da valutare sempre con anamnesi adeguata e visita medica ambulatoriale) possiamo in qualche modo sospettare un problema. Il concetto nel complesso non è del tutto nuovo e nella complessità e multisciplinarietà Geriatrica è contemplata da tempo la valutazione delle abilità motorie e della forza e la capacità di alzarsi dalla sedia (ad esempio), ma tutto questo, non è stato valutato ed associato così direttamente alla problematica cognitiva futura come in questo caso.
La nuova sindrome del rischio motorio e cognitivo (MCR),si diceva, si basa sul concetto semplice della misurazione della velocità dell'andatura (il nostro modo di camminare) e poi si completa chiedendo alcune semplici domande per valutare le capacità cognitive del paziente. Il test, dunque, di tipo clinico, non sfrutta nella prima fase la più recente tecnologia medica e può essere fatto in un ambiente clinico nelle primissime fasi del processo di demenza valutando un Rallentamento motorio (camminare piano secondo i parametri dello studio, significa percorrere meno di un metro al secondo). La diagnosi precoce è fondamentale e questo è un test ed un'indicazione utile (che sia aggiunge a molti strumenti del buon Geriatra) a prestare attenzione e aprire bene l'occhio del clinico perché permette di identificare anticipatamente ed eventualmente approfondire e trattare precocemente la malattia.
Importante dunque, come sempre nella Geriatria, considerare la Persona e la complessità di ogni singolo individuo e della cura, concentrarsi su ogni singolo soggetto per meglio conoscerlo e capirlo nei suoi aspetti essenziali e poi magari monitorarlo ed adattare le cure nel corso del tempo.
Ecco perchè è importate sentire il parere del proprio Geriatria di fiducia. Ecco perchè è importante favorire sempre la ricerca scientifica ( aggiungiamo che spesso da questi piccoli cambiamenti di percezione, a volte si traggono i maggiori vantaggi per tutta la popolazione.)
LinK
Joe Verghese, MBBS, Cedric Annweiler, MD, Emmeline Ayers, MPH, Nir Barzilai, MD, Olivier Beauchet, MD, PhD, David A. Bennett, MD, Stephanie A. Bridenbaugh, MD, Aron S. Buchman, MD, Michele L. Callisaya, PhD, Richard Camicioli, MD, Benjamin Capistrant, ScD, Somnath Chatterji, PhD, Anne-Marie De Cock, MD, Luigi Ferrucci, MD, Nir Giladi, MD, Jack M. Guralnik, MD, Jeffrey M. Hausdorff, PhD, Roee Holtzer, PhD, Ki Woong Kim, MD, Paul Kowal, MD, Reto W. Kressig, MD, Jae-Young Lim, MD, Susan Lord, PhD, Kenichi Meguro, MD, Manuel Montero-Odasso, MD, PhD, Susan W. Muir-Hunter, PhD, Mohan L. Noone, DM, Lynn Rochester, PhD, Velandai Srikanth, PhD and Cuiling Wang, PhD
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