Perdita di memoria? Difficoltà a concentrarsi su un compito? Problemi nella gestione delle attività di vita quotidiana? confusione spaziale e/o temporale? Difficoltà a partecipare attivamente ad una conversazione?
Tutti questi sintomi possono far pensare ad un declino cognitivo ed ad una condizione tipo Malattia di Alzheimer in fase iniziale. E' importante rivolgersi al proprio Geriatra di fiducia che potrà valutare adeguatamente (anche con appositi Tests tipo MMSE) quale può essere la condizione del soggetto in esame.
Ma in questo post ora vogliamo andare oltre e raccontarvi qualcosa ancora poco noto ai più per ribadire, ad oggi, soprattutto dell'importanza di un approccio integrato e dell'alimentazione nella nostra vita.
In Geriatria si ha a che fare ogni giorno con la complessità ed ecco perchè è doverosa la premessa che ogni paziente deve rivolgersi al proprio Geriatria di fiducia per farsi "costruire un Abito su misura".
Tutto questo detto e premesso, ora vogliamo raccontarvi del Diabete Tipo 3.
Nel 2005 Susan de la Monte coniò il termine Diabete di tipo 3.
L'evidenza era che nei cervelli di pazienti con Alzheimer si riscontra:
L'evidenza era che nei cervelli di pazienti con Alzheimer si riscontra:
- un basso livello d’insulina
- resistenza all'insulina
Più nel dettaglio possiamo dire che in molte ricerche sono stati trovati i recettori per l’insulina nelle cellule dell’ipotalamo ed in altre regioni tra cui l’ippocampo regione cerebrale devoluta all’acquisizione e consolidamento della memoria.
L’insulina svolge dunque un ruolo nella plasticità sinaptica?
L’insulina attiva pathway associati con l’apprendimento e la memoria a lungo termine ?
sembra proprio di si.
Allora eccoci al punto che vorremmo sviluppare per accrescere la consapevolezza del problema, della sua complessità ma anche per favorire una cura davvero ben fatta.
In attesa di ulteriori sviluppi e che la Ricerca ancora una volta contribuisca a migliorare le nostre vite ed a "Meravigliarci" (non dimentichiamo mai di finanziare la ricerca pubblica e di favorire in ogni modo l'onestà intellettuale e la Buona ricerca Pubblica), ricordando sempre che è fondamentale stabilire un rapporto privilegiato con il vostro "Geriatra", per curarvi al meglio, in modo integrato, valutando ogni dimensione del problema, eccovi, di seguito, alcuni semplici consigli abbastanza generici per diminuire l'insulino-resistenza (fatene tesoro):
- Scegliere bene i cibi da mangiare è fondamentale nel ridurre l'insulino-resistenza. Il corpo resistente all'insulina non la utilizza infatti correttamente. Il cibo scelto non deve contribuire al problema di aumento dei livelli di glucosio nel sangue. Evitate di mangiare carboidrati in particolare cereali raffinati e cibi bianchi e bevande zuccherate. Il modo migliore per evitare i carboidrati è di ingerire molti alimenti naturali, alimenti non processati, come frutta, carne, verdura e grassi mono-insaturi, come noci, burro di arachidi, olio di oliva e avocado.
- Iniziare a fare almeno 30 minuti di attività fisica ogni giorno per aiutare le cellule più sensibili all'insulina. Va bene qualsiasi tipo di esercizio fisico, come camminare, correre, esercizi aerobici o di potenziamento. (informarsi sulla Geromotricità). Variate la routine dei vostri esercizi.
- Favorire una riduzione di peso del 10% può migliorare significativamente la sensibilità delle cellule all'insulina. Perdere peso può essere raggiunto in modo sicuro, con poca fatica progettando un cambiamento nel tempo e riducendo l'apporto calorico totale di 500 calorie al giorno.
- Affrontate ogni cosa senza stress. Ogni stress tende infatti ad aumentare il livello del Cortisolo e questo determina un circolo inadatto al processo che volete favorire. Per riposare bene potreste iniziare a usare qualche goccia di Melatonina la sera...........e avrete molti altri benefici.
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