-La definizione di salute secondo l'OMS: non solo assenza di malattia ma uno stato di completo benessere fisico, psicologico e sociale. Non basta quindi curare ma bisogna prevenire, informare, sensibilizzare, promuovere comportamenti orientati al benessere.
*Invecchiamento: lento e spontaneo processo evolutivo che attraversa le diverse fasi della vita identificate con l'età infantile, pubertà, età adulta, eta avanzata.
*Senescenza: processo di perdita della capacità di funzionare correttamente a livello cellulare con evidenti ripercussioni macroscopiche che portano alla morte.-------------------------------------------------------------------------------- (Blogeriatria by Massimo)

domenica 21 dicembre 2014

Alzheimer e batteri intestinali. I prebiotici e i probiotici possono aiutarci? Il ruolo del microbioma intestinale

Alzheimer e batteri intestinali. I prebiotici e i probiotici possono aiutarci?
Forse!!!
Quello che oggi sappiamo grazie ad una ricerca Italiana è che nel nostro intestino potrebbe celarsi un modo per aiutare nella cura per l’Alzheimer. Infatti una tossina prodotta da un comune batterio presente nell’intestino sembra possa far regredire sino alla scomparsa i sintomi neuro-infiammatori dell’Alzheimer. La scoperta Italiana pubblicata l'annoscorso e dell’Istituto Superiore di Sanità e dell’Università di Bologna apre un interessante terreno di discussione.

Dobbiamo aggiungere prebiotici e probiotici nella nostra dieta?
Questo è quanto ci viene suggerito anche da un recente studio americano (leggi al link) http://www.impactaging.com/papers/v6/n9/abs/100690a.html
Certamente abbiamo bisogno di conoscere di più e meglio sull'Importanza del secondo Cervello
Oggi lo studio del microbioma rappresenta uno degli aspetti più affascinanti della ricerca scientifica degli ultimi anni. Probabilmente nuove grandi novità arriveranno da questo campo prossimamente. Oggi sappiamo che l'intestino, pur avendo solo un decimo dei neuroni del cervello, lavora in modo autonomo, aiuta a fissare i ricordi legati alle emozioni e ha un ruolo fondamentale nel segnalare gioia e dolore. Per troppo tempo si è guardato all'intestino come ad una struttura deputata a eliminare scorie e poco altro. Ma adesso la scoperta di attività che implicano un coordinamento a livello emozionale e immunologico ha rivoluzionato questo pensiero e l'intestino è tornato ad assumere un'importanza centrale. In fondo l'Uomo è un essere complesso e non potevamo continuare a guardare in maniera disconnessa gli organi come se volessimo Specializzarli secondo i nostri schemi. Ecco allora che in quest'ottica torna centrale l'approccio Medico Geriatrico ed ecco che si torna a guardare l'Uomo nel suo complesso, certamente mirando ad un aspetto specifico, riconoscendo una patologia ma trattando la persona nella sua interezza.
Insomma, rieccoci. Torna prepotente il ruolo della Visita Medica, del rapporto con il proprio Specialista di fiducia e una cura che sia un vestito tagliato su misura, cucito ad arte in base alle esigenze del singolo individuo. Allora possiamo fare di più per l'Alzheimer, oggi?
La risposta è si, senza aspettarci miracoli, senza aspettare oltre per la pillola miracolosa, dimenticando la sedazione,  ma sapendo prendere quanto di buono la Ricerca ci regala ogni giorno, con piccoli faticosi passi, che vanno però verso un traguardo importante che oggi finalmente possiamo cominciare a intravvedere, ammesso che siamo disposti ad apririci ad una rivoluzione che è sopratutto  culturale. 


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